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Escher a Genova

Palazzo Ducale di Genova è pronto ad accogliere, dal 9 settembre 2021 al 20 febbraio 2022, la più grande e completa mostra antologica dedicata al grande genio olandese Maurits Cornelis Escher, oggi uno degli artisti più amati a livello globale e i cui mondi impossibili sono entrati nell’immaginario collettivo rendendolo una vera icona del mondo dell’arte moderna.

Con oltre 200 opere e i suoi lavori più rappresentativi come Mano con sfera riflettente (1935), Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938) e la serie degli Emblemata, la mostra presenta in 8 sezioni un excursus della sua intera e ampia produzione artistica.

Per la prima volta, a Genova il pubblico potrà esperire l’immaginifico universo escheriano tramite inedite sale immersive e strutture impossibili che saranno messe a confronto con opere di grandi artisti visionari del calibro di Giovanni Battista Piranesi (1720 - 1778) e di Victor Vasarely (1906 – 1997).

Tra arte, matematica, scienza, fisica, natura e design, la mostra Escher è un evento unico per conoscere più da vicino un artista inquieto, riservato ma indubbiamente geniale e per misurarsi attivamente con i tantissimi paradossi prospettici, geometrici e compositivi che stanno alla base delle sue opere e che ancora oggi continuano a ispirare generazioni di nuovi artisti in ogni campo.

Promossa e organizzata dal Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Comune di Genova, Regione Liguria e Arthemisia, in collaborazione con M. C. Escher Foundation, la mostra è curata da Mark Veldhuysen CEO della M.C. Escher Company – e Federico Giudiceandrea – uno dei più importanti esperti di Escher al mondo.

LA MOSTRA

A Escher, artista sui generis che amava dire “lo stupore è il sale della terra”, si deve il merito di aver amplificato le possibilità immaginative della grafica e aver donato lo stupore, appunto, a tutti coloro che hanno osservato e osservano la sua opera dove tutto è connesso: scienza, natura, rigore analitico e capacità contemplativa.

Partendo dalle opere di impronta Art-Nouveau risalenti al periodo della formazione presso la scuola di Jessurun de Mesquita, la mostra pone l’accento sul periodo del viaggio italiano di Escher.

Ispirato e influenzato dall'arte a lui contemporanea e del passato, l’artista declina costruzione geometrica e rigore nel segno visionario della  ricerca estetica più pura. Artista poliedrico  e contemporaneo al suo tempo, fu però capace di anticipare intere correnti artistiche come quelle del Surrealismo e dell’Optical Art di cui può essere considerato un esponente ante litteram. Infatti, egli non trova solo nel mondo dei numeri, della geometria e della matematica l’unica chiave per dar forma al suo universo creativo. Genio complesso che attinge a piene mani ai vari linguaggi fondendoli in un nuovo intrigante percorso, può, in questo senso, considerarsi un unicum nel panorama della storia dell’arte di tutti i tempi che emoziona sempre il grande pubblico.

L’arte di Escher, che le nuove tecnologie digitali sembrano rincorrere facendone propri i risultati, infatti, non accusa i segni del tempo, sebbene siano trascorsi quarantasette anni dalla scomparsa del suo ideatore.

Con circa 200 opere complessive, la mostra è divisa in 8 sezioni:

  1. Gli esordi
  2. L’Italia
  3. Tassellazione
  4. Metamorfosi
  5. Struttura dello spazio
  6. Paradossi geometrici
  7. Lavori su commissione
  8. Eschermania

Particolarità del percorso di mostra è la presenza, all’interno delle sezioni, di giochi ed esperienze che permettono di entrare nel meraviglioso mondo di Escher da protagonisti, ossia misurandosi attivamente con i paradossi prospettici, geometrici e compositivi che il grande artista pone in essere nelle sue opere.

Prima sezione – Gli esordi

In questa sezione si ripercorrono i primi passi dell’esperienza artistica del giovane Escher che, pur deludendo le aspettative del padre, che lo avrebbe voluto ingegnere come lui, dimostra subito una spiccata capacità disegnativa. Apprezzata da Jessurun de Mesquita, incisore di cultura Art Nouveau, l’abilità di Escher si va sempre più affinando, imparando rapidamente non solo la tecnica ma anche la dedizione al lavoro. È qui che si avvicina al tema della tassellazione, intesa come metodo della divisione regolare del piano con intenti decorativi. È in questo primo  periodo olandese che nascono anche le illustrazioni per Flor de Pasqua (Fiore di Pasqua) e per Emblemata. È presente inoltre la serie completa delle sei xilografie de I Giorni della creazione, realizzate tra il dicembre 1925 e il marzo 1926, che rappresentano i sei giorni della Creazione, come sono descritti nella Bibbia. La presenza di questa serie contribuisce ad impreziosire la prima sezione dal momento che è molto raro poterla ammirare nella sua completezza.

Seconda sezione – L’Italia

La formazione di Escher non sarebbe stata completa se non ci fosse stato il soggiorno in Italia che completò la personalità dell’artista e gli offrì le prime opportunità di lavoro, come la  prima personale a Siena nel 1923 e la realizzazione degli Emblemata (tutti esposti in mostra) che costituivano un libretto di motti illustrati, concepito insieme al grande storico dell’arte olandese Godefridus Johannes Hoogewerff, suo amico ed estimatore. Qui si pone l’accento sugli stimoli che il paesaggio italiano, la natura e la storia del Belpaese, ebbero sulla fervida mente dell’artista, mostrando scene degli Abruzzi, della Campania, della Calabria e della Sicilia. Non mancano le vedute della città che aveva scelto come sua residenza, Roma, ritratta sia di giorno sia di notte.

Terza sezione Tassellazione

È in questo segmento della mostra che si affronta il tema della tassellazione che rivela subito le sue radici Art Nouveau. Nella sua foga didattica Escher, che teneva conferenze e dimostrazioni per spiegare in cosa consistesse la divisione regolare del piano, realizzò un vero e proprio libretto uscito nel 1957. La sezione include un filmato dedicato all’Alhambra, il monumento di Granada che Escher visitò e in cui si trattenne a ricopiare i disegni, da cui trasse ispirazione per le sue tassellazioni.

Quarta sezione – Metamorfosi

Un altro importante aspetto affrontato da Escher è la riflessione sul mondo: la trasformazione di una forma in un’altra che trova la sua massima espressione nel celebre capolavoro intitolato Metamorfosi II (1939). La grande xilografia affronta così il tema della trasmutazione di un’immagine che, senza soluzione di continuità, lascia il posto a un’altra che deriva dalla prima, in un percorso circolare. Si parte, infatti, dalla parola olandese «metamorphose» e a questa si torna dopo aver attraversato le situazioni più inimmaginabili che vanno dalle lucertole all’alveare, dagli uccelli al duomo di Atrani.

Quinta sezione – Struttura dello spazio

Quel che affascinava Escher era sondare la “Struttura dello spazio” ed è per questo che a un simile tema è dedicata un’intera sezione, dove gli approcci si declinano secondo le diverse problematiche: la prima riguarda le “superfici riflettenti” (a cominciare da quella curva e specchiante di Mano con sfera riflettente); si passa poi alla struttura dello spazio vera e propria, ben esemplificata dall’incisione Profondità (che troviamo in mostra trasformata in un ambiente reale e percorribile in una prospettiva reiterata); completano il percorso i temi dei nastri e dei solidi geometrici.

Sesta sezione – Paradossi geometrici

La sezione affronta il tema del passaggio dalle due alle tre dimensioni. Il paradosso e, soprattutto, la sfida è riuscire ad arrivare a ottenere l’effetto illusivo senza debordare dal limite del foglio, ovvero suggerire l’effetto realistico di questa trasformazione, disegnando e incidendo qualcosa che inganni l’occhio, come le incontenibili Tre sfere. Sono queste le premesse indispensabili per accedere al paradosso dello spazio di Escher, quello di Altro mondo, di Su e giù e di Relatività, fino all’estenuante reiterazione dell’immagine ricorrente ottenuta grazie al cosiddetto effetto Droste utilizzato, per esempio, in un’incisione come Galleria di stampe.

In questa sezione insieme a opere famose come Cascata e Belvedere ispirate alla tribarra - il triangolo impossibile teorizzato del matematico e fisico Sir Roger Penrose - sono esposte alcune stampe della serie delle Carceri di Giovanni Battista Piranesi (1720-1778), incisore, architetto e teorico dell'architettura italiano, che già in precedenza aveva usato il principio della tribarra, per rappresentare un’architettura drammaticamente irreale. Le sue tavole incise, che Escher aveva conosciuto durante il suo soggiorno romano, ebbero una profonda influenza sulla produzione del maestro olandese, le cui costruzioni impossibili presentano un evidente debito sia alla costruzione di Penrose che alle “Carceri” di Piranesi.

Settima sezione – Lavori su commissione

Come tutti gli artisti, però, la produzione di Escher non passa solo da grandi opere: la quotidianità richiedeva all’artista anche la necessità di trovare occasioni di guadagno, pur non avendone un particolare bisogno, grazie alla sua condizione agiata. La sezione è quindi dedicata ai “Lavori su commissione” che vanno dagli ex libris (foglietti che si usava inserire nei libri appartenenti a una stessa biblioteca privata), fino ai biglietti d’auguri, alle illustrazioni o ad altre commissioni occasionali. Il fatto straordinario è che la qualità di questa produzione non diminuisce affatto rispetto a quella delle grandi opere: questi impegni “minori” sono spesso occasioni per sperimentare soluzioni che saranno poi utilizzate nelle “grandi opere”.

Ottava sezione – Eschermania

La grandezza di un artista si misura anche dalla capacità d’influire su altri artisti, come pure sulla società circostante. Per questo la mostra si conclude con la sezione intitolata col neologismo “Eschermania”. La lezione di Escher, infatti, ha dimostrato che questi due parametri sono stati pienamente soddisfatti. La sua arte è uscita dal torchio del suo studio per trasformarsi in scatole da regalo, in francobolli, in biglietti d’auguri; è entrata nel mondo dei fumetti e in quello della moda, è finita sulle copertine degli LP dei grandi della musica pop, fino ad arrivare al mondo della pubblicità e del cinema. Ma ciò non basta: la grande arte di Escher ha influito più o meno direttamente su altre figure di rilievo dell’arte del Novecento - come Victor Vasarely, il principale esponente dell’Optical Art - o su una lunga schiera di seguaci che ancora oggi guarda alla sua produzione come a quella del loro maestro.

La mostra Escher è sostenuta da Generali Valore Cultura, il programma di Generali Italia per promuovere l’arte e la cultura su tutto il territorio italiano e avvicinare un pubblico vasto e trasversale  -  famiglie,  giovani,  clienti  e  dipendenti  -  al  mondo  dell’arte  attraverso  l’ingresso agevolato a mostre, spettacoli teatrali, eventi e attività di divulgazione artistico-culturali con lo scopo di creare valore condiviso.

Special partner Ricola.

L’evento è consigliato da Sky Arte.

Sito

www.mostraescher.it

Orario apertura

Lunedì dalle 14.00 alle 19.00
Martedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica dalle 10.00 -19.00 (ultimo ingresso ore 18.00) Venerdì 10.00 - 21.00 (ultimo ingresso ore 20.00)

Biglietti

Intero € 14,00 Audioguida inclusa
Ridotto € 12,00 Audioguida inclusa
Informazioni e prenotazioni gruppi scuole
T. +39 010 8171604
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Informazioni:    Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Informazioni e prenotazioni gruppi adulti

T. +39 010 986391

Hashtag ufficiale

#EscherGenova

Uffici Stampa

Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura Camilla Talfani | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. T.+39 0108171612 | M. +39 335 7316687

Arthemisia

Salvatore Macaluso | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. | M. +39 392 4325883
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. | T. +39 06 69308306
*In occasione della mostra Escher, è stata attivata una convenzione con il Salone Nautico, che si terrà a Genova dal 16 al 21 settembre 2021. Si potrà visitare la mostra al Palazzo Ducale con il biglietto ridotto e la riduzione sarà valida fino al termine della mostra.
Per poter usufruire della riduzione si dovrà presentare il biglietto del Salone Nautico al momento del ritiro del biglietto presso la biglietteria di mostra.

SCHEDA TECNICA

Titolo

Escher

Sede

Palazzo Ducale – Appartamento del Doge Piazza Giacomo Matteotti, 9 16123 Genova

Date al pubblico

9 settembre 2021 – 20 febbraio 2022

Una Mostra  Palazzo Ducale Comune di Genova Regione Liguria Arthemisia

In collaborazione con

Escher Foundation

Sponsor

Generali Valore Cultura

Special Partner

Ricola

Media Coverage by

Sky Arte

Mostra a cura di  Federico Giudiceandrea Mark Veldhuysen

Progetto di Allestimento

BC Progetti

Di Alessandro Baldoni e Giuseppe Catania Con Francesca Romana Mazzoni

Realizzazione Allestimento

Tagi2000

Lighting designer

Francesco Murano

Progetto immagine coordinata e grafica di mostra

Angela Scatigna

Percorso didattico e visite guidate scuole

Palazzo Ducale

Visite guidate adulti

Associazione Genova in mostra

Catalogo

Maurits

Biglietteria

GRT Roma

Audioguide

Orpheo

Orario apertura

Lunedì dalle 14.00 alle 19.00
Martedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica dalle 10.00 -19.00 (ultimo ingresso ore 18.00)
Venerdì 10.00 - 21.00 (ultimo ingresso ore 20.00)

Aperture straordinarie

25 dicembre: chiuso
Lunedì 1 novembre: 10.00 – 19.00
Mercoledì 8 dicembre: 10.00 – 19.00
Domenica 26 dicembre: 10.00 – 19.00
Sabato 1 gennaio: 10.00 – 19.00
Giovedì 6 gennaio: 10.00 – 19.00 (ultimo ingresso ore 18.00)

Biglietti

L’accesso alla mostra è contingentato e la prenotazione, tramite il preacquisto del biglietto, è fortemente consigliata.
E’ possibile acquistare i biglietti di ingresso anche in sede: in questo caso l’ingresso alla mostra potrebbe comportare delle attese per rispettare le capienze di sicurezza delle sale.
I biglietti si intendono con audioguida (o App sostitutiva inclusa e costi di prevendita esclusi)

Intero € 14,00 Audioguida inclusa

Ridotto € 12,00 Audioguida inclusa

Ragazzi dai 14 ai 27 anni, visitatori oltre i 65 anni, visitatori con disabilità, soci FAI con tessera, insegnanti, possessori voucher Hotel convenzionati, possessori card dei Musei del Comune di Genova, partecipanti ai Grandi Convegni convenzionati, Touring Club, possessori tessera Coop Liguria, Abbonati Teatro Nazionale di Genova, Amici di Palazzo Ducale e dei Musei Liguri, dipendenti IREN con accompagnatore, abbonati annuali AMT, possessori Card Arthemisia, possessori biglietti altre mostre in corso a Palazzo Ducale, giornalisti con tesserino con bollino dell’anno in corso, possessori biglietto giornaliero o abbonamento Festival della Scienza 2021, tesserati CUS Genova, possessori Genova Citypass turistico, possessori biglietto Salone Nautico 2020/2021, Dipendenti e Agenti Generali e Clienti Generali in possesso di Dem nominali

Ridotto giovani € 5,00

Tutti i lunedì pomeriggio Giovani fino a 27 anni compiuti

Ridotto bambini € 5,00 Audioguida inclusa Dai 6 ai 14 anni non compiuti

Omaggio Audioguida inclusa

minori di 6 anni non compiuti, 1 accompagnatore per disabile che presenti necessità, 1 accompagnatore per ogni gruppo, 2 accompagnatori per ogni gruppo scolastico, alunni portatori di handicap in gruppo scolastico, guide turistiche con patentino, tesserati ICOM, insegnanti con voucher, giornalisti accreditati dall'Ufficio Stampa di Palazzo Ducale e di Arthemisia (previa indicazione della testata e della data della visita), possessori coupon omaggio, possessori Vip Card Arthemisia

Ridotto Gruppi € 12,00 Gruppi di massimo 15 persone

Gratuità: 1 accompagnatore per ogni gruppo

Ridotto scuole € 5,00

Gruppi di studenti di ogni ordine e grado di massimo 25 persone.
Gratuità: 2 accompagnatori per ogni gruppo scolastico

Diritti di prenotazione e prevendita: Gruppi e singoli € 1,50 per persona Scolaresche € 1,00 per persona

Per garantire una regolare programmazione delle visite, la prenotazione con prepagamento è obbligatoria nel caso di scolaresche e gruppi, sia quando è richiesto l’ausilio di una guida sia nei casi in cui tale servizio non sia richiesto.

Visite guidate e laboratorio didattico scuole Percorso in mostra + breve laboratorio Scuola infanzia, primaria e secondaria di I grado € 6,00 a studente (escluso biglietto di ingresso alla mostra)

Percorso storico-artistico e letterario Scuola secondaria di II grado € 90,00 a classe (max. 25 studenti, escluso il biglietto di ingresso alla mostra)
Visita guidata alla mostra Scuola primaria e secondaria di I e II grado € 80,00 a classe (max. 25 studenti, escluso il biglietto di ingresso alla mostra) Visita guidata in lingua alla mostra scuola secondaria di II grado € 95,00 a classe (max. 25 studenti, escluso il biglietto di ingresso alla mostra)
Visita guidata alla mostra + Torre Grimaldina e alle Carceri di Palazzo Ducale scuole di ogni ordine e grado € 110,00 a classe (max. 25 studenti, escluso il biglietto di ingresso alla mostra) + € 3,00 ingresso alla Torre
Visita guidata alla mostra + percorso in città scuola primaria e secondaria di I e II grado € 140,00 a classe (max. 25 studenti, escluso il biglietto di ingresso alla mostra)
Visite guidate gruppi adulti visita guidata in italiano € 100,00 visita guidata in lingua € 115,00

Microfonaggio € 30,00 a gruppo a pagamento per gruppi e guide che non ne siano già in possesso obbligatorio solo per i gruppi adulti

Informazioni e prenotazioni gruppi scuole
T. +39 010 8171604
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Informazioni:    Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Informazioni e prenotazioni gruppi adulti

T. +39 010 986391

Siti www.palazzoducale.genova.it www.mostraescher.it

Hashtag ufficiale

#EscherGenova

“Dai matematici agli hippies. Lo strano percorso dell’opera di M.C. Escher”

testo in catalogo a cura di Federico Giudiceandrea, curatore della mostra

Escher è generalmente considerato l’artista, che più di altri, è caro alle persone di scienza, in particolare ai matematici. Le sue opere, infatti, sono spesso usate per illustrare libri di matematica e geometria. Si trovano sulle copertine di libri di contenuto scientifico oppure illustrano, nelle pagine culturali dei quotidiani, articoli di varia natura ma sempre in qualche modo legati alla scienza. Ma Escher non è amato solo dai matematici, negli ultimi decenni la sua fama si è estesa molto oltre l’ambiente scientifico e le sue mostre, che ormai si tengono in tutto il mondo, battono tutti i record riguardo al numero di visitatori.

Escher in vita non ebbe questi riconoscimenti. Il suo rapporto con il mondo dell’arte e specialmente con la critica era difficile. La sua maestria tecnica come incisore era indiscussa, ma le sue opere erano considerate poco artistiche. Ancora oggi alcuni critici d’arte, a dispetto del successo di pubblico, considerano le sue opere cervellotiche e fredde.

In vita Escher dovette aspettare fino agli anni sessanta, quando ormai aveva 60 anni, per avere qualche riconoscimento. L’occasione fu una mostra tenuta nel 1954 ad Amsterdam in concomitanza con l’annuale congresso mondiale di matematica. Fu in quell’occasione  che  il mondo della matematica scopre Escher instaurando quel legame che ha portato la sua arte a essere conosciuta in tutto il mondo.

Escher era molto interessato alla matematica, ma avendo avuto una formazione matematica che non andava oltre quella delle scuole superiori, non si considerava un matematico. Già da studente quando s’imbatté per la prima volta nel problema della tassellatura del piano con forme irregolari. Escher intuitivamente si impose alcune regole, in modo da rendere il problema non banale, quale quella che profili adiacenti dovevano avere colori contrastanti e che le figure dovevano essere riconoscibili e concrete.

La scoperta dei mosaici regolari dell’Alhambra di Grenada, durante il suo primo viaggio in Spagna, nell’autunno del 1922, risvegliò, per contrasto con le forme puramente geometriche delle tassellature arabe, l’interesse per la tassellatura con forme associabili a oggetti o forme naturali. La prima occasione di affrontare il problema in maniera sistematica Escher l’ebbe nel 1926 quando nella sua casa di Roma, dovendo cambiare le piastrelle dello studio e della terrazza, decise di definirne il disegno e si trovò ad affrontare il problema delle diverse possibili simmetrie con le quali è possibile tassellare il piano.

Escher affrontò il problema in maniera rigorosa e metodica costruendo una propria classificazione delle diverse simmetrie. Il suo era un approccio geometrico basato sulla grafica che lo portò a enunciare addirittura un teorema sulla proprietà dei triangoli.

Egli era anche a conoscenza di un articolo di Pólya del 1924, inviatogli dal suo fratellastro Beer Escher (professore di geologia all’Università di Leida), in cui si dimostravano ed illustravano le 17 possibilità di tassellare il piano.

Escher spinse oltre la sua indagine considerando anche il colore come elemento distintivo (tasselli adiacenti non potevano condividere lo stesso colore) e catalogò in un suo originale schema le diverse possibilità sviluppando una vera e propria teoria.

L’uso della matematica nello sviluppo della sua arte si accentuò dopo la mostra tenuta in concomitanza con il congresso internazionale di matematica ad Amsterdam del 1954. Infatti, da quel momento molti matematici tennero regolarmente contatti con Escher.

Particolarmente intensi furono i contatti con il matematico canadese H.S.M. Coexter che illustrò a Escher le tecniche delle proiezioni iperboliche di Poincarè usate in seguito nelle tassellature al limite.

Con il fisico e matematico britannico Sir Roger Penrose invece ci fu un intenso scambio di articoli e lettere riguardanti le figure impossibili come il triangolo di Penrose usato in Cascata e la scala di Penrose usata in Ascendente e Discendente.

Intense e molto care a Escher erano inoltre le conversazioni con la cristallografa MacGillavry che portarono alla pubblicazione nel 1965 di Symmetrie Aspects in M.C. Escher Periodic Drawings (Aspetti della simmetria dei disegni periodici di M. C. Escher).

Regolarmente s’incontrava con Hans de Rick, in arte Bruno Ernst, un monaco, insegnante di matematica, con il quale amava discutere della struttura delle sue opere. Escher divenne molto popolare nel mondo scientifico e nell’aprile 1961 la rivista Scientific American gli dedicò  la copertina ed un articolo di Martin Gardner.

L’International Mathematical Union ha assegnato al dodecaedro rombico stellato, risultante dall’intersezione di tre ottaedri usato da Escher in Stelle e Cascata, il nome di poliedro di Escher.

L’amore tra Escher e i matematici era corrisposto e quindi questi iniziarono a comprare le sue opere, a usarle per illustrare i propri articoli e testi e a diffonderle appendendole nei propri studi, nelle università e nelle scuole dove insegnavano.

Molto probabilmente alcune delle opere di Escher finirono nei campus della California e qui vennero scoperte dal nascente movimento hippie. Nacque subito un altro fortissimo amore, questa volta però assolutamente non corrisposto e che col tempo si trasformò in una vera avversione di Escher verso i figli dei fiori. Gli hippies pubblicavano generalmente senza permesso le opere di

M.C. Escher trasformandole (note 9) ed abbinandole ad altre immagini con grande disappunto di M.C. Escher. Ma a dispetto dell’amore non corrisposto, la presenza delle opere di M.C. Escher sui poster psichedelici, sulle copertine degli LP e sulle T-shirt, contribuì più di altri fattori alla divulgazione delle sue opere.

L’interesse della generazione Hippie all’opera di Escher aveva naturalmente tutta un’altra motivazione che quella dei matematici. I figli dei fiori avevano associato le stranezze dei mondi escheriani alle esperienze psichedeliche e all’uso di stupefacenti da parte di Escher stesso. Oltre alle stranezze e alle deformazioni spaziali che potevano essere associati all’uso di allucinogeni, a sostegno di questa interpretazione venivano indicati alcuni elementi iconografici dell’opera di M.C. Escher.

La prima indicazione iconografica si trovava nell’opera Balcone (figura 3) dove al centro dell’opera, evidenziata e risaltata dal rigonfiamento spaziale,  secondo l’interpretazione degli hippies, era posta una pianta di marijuana. Infatti, osservando la stampa in questione, sul balcone al centro del quadro è rappresentata una pianta dalle foglie a petalo che assomiglia a una pianta di canapa indiana. Le foglie sono picciolate e palmate, con foglioline lanceolate a margine dentato- seghettato, proprio come quelle della cannabis indica. La pianta si trova al centro del quadro messa in evidenza dalla prospettiva deformata. Ma si trattava di una pura coincidenza ed Escher, come testimoniato dall’amico fraterno Bruno Ernst, (note 10) era lontanissimo da quel tipo di suggestioni.

Si trattava invece di una serie di stampe fatte sul tema delle deformazioni spaziali che Escher sperimentò con paziente lavoro e che consisteva nel proiettare un’immagine su di un nuovo piano, attraverso un reticolo che trasformava le line rette in linee curve. L’immagine di partenza era una vista della città di Senglea a Malta. Escher la disegnò durante uno dei suoi viaggi nel mediterraneo nel 1935. Da quel viaggio nacque la xilografi a Senglea che sarebbe poi servita come base per le sperimentazioni sulle deformazioni spaziali, sia per Balcone, sia per un’altra ancor più sorprendente deformazione dello spazio realizzata in Galleria di Stampe. La deformazione dell’immagine  era  realizzata  attraverso  un  ingrandimento  associato  a  una  rotazione,  una trasformazione matematica, intuita da Escher, ma definitivamente risolta da Hendrik Lenstra nel 2003.

A dispetto di Escher gli hippies trovavano riferimenti iconografici che alludevano ai mondi psichedelici, anche in altre sue opere. Tra queste va citata in primo luogo Rettili del 1943, una delle prime opere “surrealiste” di Escher. Rettili è un esempio di quelle opere di M.C. Escher che partendo da una tassellatura bidimensionale compiono un ciclo nello spazio. Il prototipo di queste opere è Ciclo del 1938. A questo filone appartengono anche, Incontro del 1944, Specchio magico del 1946 e Predestinazione del 1951.

In Rettili, in risalto in basso a destra, è ritratto un libretto con la scritta JOB. Si tratta di un pacchetto di cartine per sigarette della marca JOB, azienda francese specializzata in carta da tabacco. Le cartine JOB si diffusero nella California degli ultimi anni 60 grazie alle confezioni ispirate all’arte psichedelica e ai formati adatti al consumo della cannabis indiana. La presenza delle cartine JOB nella litografia Rettili era per il mondo Hippie un chiaro richiamo alle pratiche psichedeliche legato al consumo di stupefacenti. Il richiamo era rafforzato dalla raffigurazione, in alto a destra, di un pacchetto di sigarette preconfezionate che escludeva l’uso delle cartine per la produzione di sigarette “normali”. Inoltre il rettile che si materializzava da una tassellatura, saliva su un dodecaedro, sbuffando fumo per ritornare poi ad appiattirsi nuovamente nella tassellatura, richiamava l’azione dell’assunzione di stupefacenti che allargavano la mente liberandola dalla costrizione schematica del quotidiano rappresentata dalla tassellatura.

Anche in questo caso, però, Escher era lontanissimo da un’interpretazione di questo genere. Del resto la stampa Rettili aveva suggerito anche altre suggestioni. Bruno Ernst riporta di una telefonata giunta a Escher da parte di una donna che gli chiedeva se la litografia rappresentasse la reincarnazione. Infatti, il libretto con la scritta JOB era stato scambiato per il libro di Giobbe (Job in inglese), uno dei sette libri sapienziali dell’Antico Testamento. Il libro tratta di come Dio castighi o premi le azioni degli uomini. Giobbe non si da pace, essendo uomo giusto e pio chiede il perché delle sue sofferenze. Tra l’altro disperato per i propri guai, egli suppone di pagare uno scotto di chissà quali crimini compiuti in precedenti esistenze. Bruno Ernst racconta che Escher rispose: “Signora, se questo è il modo in cui lo vede, sarà proprio così”.

Gli hippies si sentivano in sintonia con il mondo escheriano e iniziarono a usare le opere di M.C. Escher nella loro iconografia. Nel 1968 la J.Casey Posters di New York, legata al mondo degli hippies, produsse, senza autorizzazione, un poster usando l’immagine della xilografia Sogno del 1935, colorata con colori fosforescenti che brillavano in presenza di luce ultravioletta. L’opera fu ribattezzata Bad Trip a ricordare le sensazioni di un viaggio psichedelico finito male.

In seguito anche altri editori di poster legati al mondo hippie a San Francisco e Chigago produssero, sempre senza autorizzazione, una serie di poster usando le opere di M.C. Escher colorate con colori fosforescenti. Tra le opere rappresentate c’erano Farfalle (1950), Interno di San Pietro (1935), Torre di Babele (1928), Stelle (1948), Drago (1952), Tre sfere I (1945) e Ciclo (1938).

Ad alcune, come era successo con Sogno, fu cambiato anche il nome e così Tre sfere I divenne Peace on Earth (Pace in terra). Una versione di Rettili colorata finì nel 1969 sulla copertina di un LP eponimo dei Mott the Hoople.

In un primo momento Escher reagì in maniera divertita a questi apprezzamenti da parte degli hippies. Rispondendo a un suo amico americano, il geologo Kurt Servos che gli aveva raccontato delle T-shirt e dei poster psichedelici con impresse le sue opere, Escher chiese cosa fosse esattamente una T-shirt. Chiedeva poi chi fossero questi giovani, questi hippies come aveva sentito che venivano chiamati, che giravano con le sue opere sul  petto. Escher respinse la proposta di Servos, che gli suggeriva di incaricare un avvocato a procedere contro questi contraffattori paventando le ingenti spese in cambio della bassa probabilità di successo. Escher era in realtà più seccato dall’uso improprio che da quello non autorizzato. Solo successivamente iniziò a reagire in maniera più decisa per proteggere il copyright delle sue opere. Infatti, in seguito a questo inasprimento verso il mondo Hippie, M.C Escher negò a Mike Jagger, che pure la aveva preventivamente chiesta con modi gentili ed ammirati, la autorizzazione ad usare le sue opere per una copertina del loro LP.

Nei primi giorni del 1969 Mick Jagger degli Rolling Stones iniziò una corrispondenza con M.C.Escher per chiedergli di disegnare la copertina del loro nuovo LP Let it Bleed. La corrispondenza fu pubblicata nel 1974 sulla rivista Holland Herald.

Attraverso la Fondazione Escher, fondata nel 1968, Escher intensificò la protezione dei suoi diritti di copyright. La battaglia conto i contraffattori si rilevò particolarmente difficile negli Stati Uniti, poiché la legge americana sui diritti di autore prevedeva una registrazione preventiva. Soltanto nel 1994 in occasione degli accordi GATT, Bill Clinton accettò di estendere la legge sul copyright americano anche sulle opere già protette originariamente in paesi firmatari della Convenzione del Copyright di Berna. La Fondazione Escher continuò la sua battaglia contro i contraffattori e nel 1996 a 24 anni dalla morte di Escher riuscì in un famoso processo, che fece giurisprudenza, a fare valer i suoi diritti.

Ma suo malgrado, proprio negli Stati Uniti, sono state le magliette, le cravatte ed i poster a diffondere l’arte di M.C Escher.

L’artista era stato amato in vita da due categorie di persone: dai matematici e dagli hippies. I primi furono fortemente ricambiati, i secondi fermamente osteggiati.

Queste due categorie di persone favorirono la diffusione della sua opera a dispetto della critica ufficiale che continuava a non capirlo non riuscendo a catalogarlo in nessun movimento artistico.

L’arte è considerata vera Arte se produce emozioni. Escher in un primo impatto produsse queste emozioni in due comunità che apparentemente sembrano non avere nulla in comune. Le motivazioni vanno cercate nella produzione escheriana successiva al 1937. Escher smise in quel periodo di rappresentare quello che i suoi sensi percepivano e si rivolse ad un mondo interiore costruito solo sui suoi ricordi. In questo mondo interiore, svincolato dalle costrizioni concettuali imposte dai sensi, Escher si rivolgeva a quello che andava oltre la doxa, l’apparenza, cercando il para-doxa, il paradossale, quello che va oltre l’esperienza sensoriale.

Questo tipo di ricerca è alla base della ricerca filosofica idealista. Parmenide il filosofo presocratico fondatore della scuola eleatica e precursore dell’idealismo, contrapponeva alla doxa l’aletheia, la verità, che poteva essere colta solo attraverso la ragione. La scuola eleatica arrivò addirittura a negare la più ovvia delle esperienze, il movimento, in base ai paradossi logici. In seguito Platone, con la sua dottrina delle idee, diede sostanza ontologica a quel mondo interiore che è il mondo delle idee.

La ricerca matematica si muove in questo mondo, svincolata dai sensi, alla ricerca delle connessioni tra enti astratti cercando di definirne la struttura.

Anche il movimento psichedelico degli anni settanta si rivolgeva a mondi “artificiali”, distinti da quello proposto dall’apparenza, dall’esperienza sensoriale.

Gli hippies fuggivano dalla realtà, che comunque non era per loro soddisfacente, alla ricerca di altro. La scoperta delle sostanze psicotrope, che deformano le connessioni sinaptiche tra i sensi e la percezione, permetteva di esplorare nuovi mondi, mondi artificiali, diversi.

Aldous Huxley autore di The Doors of Perception, uno dei manifesti del movimento hippie che tratta dell’esperienza psichedelica indotta da sostanze stupefacenti, affermava che l’ordinaria esperienza percettiva è un elemento inibitorio dell’esperienza visionaria. Gli aggregati sinaptici, alla base dei nostri concetti di spazio e tempo, sotto l’influenza degli stupefacenti, si liberano dalle imposizioni dei sensi, trovano nuove connessioni con altri aggregati creando così concetti che vanno oltre l’esperienza sensoriale e quindi para-dossali. La matematica fa qualcosa di simile con le connessioni tra i concetti astratti. Anche il matematico stacca la spina dei sensi e crea nella mente nuovi percorsi tra idee astratte, crea inoltre nuovi concetti, che spesso sono completamente astrusi dalla realtà, impensabili nel mondo dei sensi e quindi per definizione paradossali.

L’arte di M.C Escher visualizza questi mondi paradossali (nel senso originale del termine para- doxa) in modo magistrale, deformando lo spazio quando questo viene rappresentato sul piano del foglio da disegno. Infatti, la rappresentazione bidimensionale dello spazio lascia certi gradi di libertà che permettono la costruzione di mondi e realtà impossibili. Osservando con attenzione le opere di Escher si possono intuire, naturalmente solo in maniera superficiale, sia lo stupore che prova il matematico di fronte alla comprensione di verità non banali, sia le sensazioni indotte da un’esperienza psichedelica.

E questo fa, non solo per matematici e hippies, di M.C. Escher un artista di assoluta grandezza.

Ultima modificaSabato, 25 Settembre 2021 15:45
  • Data inizio: Giovedì, 09 Settembre 2021
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