Logo
Stampa questa pagina

Avola: un esagono di storia, profumi e sapori unici

Nero d'avola Nero d'avola

Avola si trova a circa 20 chilometri a sud del capoluogo di provincia, Siracusa. Occupa una porzione di territorio pianeggiante e rigogliosa affacciato sul mar Ionio. A pochi chilometri dall'abitato si trovano due meravigliose oasi naturalistiche: la Riserva naturale orientata di Vendicari a Sud e la Riserva naturale orientata Cavagrande del Cassibile.

La città antica, di epoca medievale, si trovava sul Monte Aquilone a otto chilometri dall'attuale centro abitato: grazie alla morfologia del territorio ed i 400 metri di altitudine del colle, la zona era abitata già in tempi antichissimi dai Sicani prima e dai Siculi poi, civilizzazione testimoniata dalle necropoli, ma un dolmen, detto "Ciancio", una costruzione megalitica neolitica, prova la presenza umana in epoca preistorica.
Avola medievale si racconta ancora oggi con i resti del castello del XIII secolo una imponente fortezza con doppia cinta muraria e numerosi edifici sacri.
L'attuale abitato venne fondato nel 1693 da Giovanna e Nicolò Pignatelli Aragona Cortés, marchesi d'Avola, dopo che un violentissimo terremoto nel gennaio di quell'anno colpì la zona danneggiando irrimediabilmente le costruzioni e costringendo la popolazione superstite, poco più di 5.000 anime, a scendere nella pianura affacciata sul mare. Qui l'architetto Angelo Italia edificò la città seguendo una razionale pianta esagonale con mura e baluardi posti ai vertici e a metà dei lati; lo schema viario, ancora perfettamente riconoscibile, è ortogonale, sviluppato in quadrati; il tema figurativo principale si configura in una croce latina formata dai due assi viari principali alle cui estremità, allargate a formare quattro piazze, si aprono le quattro porte della città; il perimetro è delineato da case a schiera che si affacciano su grandi cortili ad ingresso unico che furono luogo di socializzazione e di lavoro legato alla lavorazione delle mandorle.
Quadrata è anche la grande piazza centrale in cui si trova l'intersezione del decumano e del cardo (oggi rispettivamente Corso Vittorio Emanuele e Corso Garibaldi): si tratta di piazza Umberto I adiacente alla quale si erge la Chiesa Madre della città edificata nel XVII secolo in stile tardo barocco, dedicata a San Sebastiano. L'edificio sacro è caratterizzato da un'ampia facciata a torre dove si apre il portale che reca lo stemma dei marchesi d'Avola che ne commissionarono la costruzione; l'arioso sagrato è delimitato da statue su piedistalli della seconda metà del '700, mentre all'interno si possono ammirare pregevoli stucchi in stile rococò (nella Cappella del Santissimo Sacramento), la pale d'altare del XVIII secolo e la statua dell'Immacolata, realizzata dall'artista messinese Giovanni Villamace. Sulla medesima piazza, al centro dell'ex palazzo Ducale, si erge la Torre dell'Orologio, risalente alla fondazione della città e poi rimaneggiata nel XIX secolo in stile neoclassico dall'ingegner Salvatore Rizza. All'opera del medesimo si devono la costruzione del Teatro Comunale, il Mercato Comunale ornato da sculture di Francesco Puzza di Siracusa ed il Municipio.
In piazza Trieste, posta sul vertice orientale dove termina Corso Vittorio Emanuele, si erge la Chiesa dedicata a San Giovanni Battista la cui facciata fu completata solo nel primo ordine, ma il cui portale maggiore è incastonato fra belle colonne corinzie; all'interno l'altare è decorato con preziosi marmi e vi risuonano le melodie di un pregevole organo neogotico. All'estremità opposta del corso, verso nord vi è Piazza Vittorio veneto con la magnifica Fontana dei Tre Leoni ed il Monumento ai Caduti.
Un'altra caratteristica degli edifici del centro storico di Avola sono i palazzi in stile liberty dei primi del '900.

La vocazione turistica avolese
A tanta storia ed arte antica ad Avola si affianca una natura meravigliosa: il litorale, ampio lungo e sabbioso, è bagnato da un mare azzurro e cristallino e strutture balneari, di ristorazione e di divertimento. La zona litoranea si raggiunge percorrendo il viale Vittorio Emanuele fono alle porte della città dove cambia nome diventando viale Lido e giungendo alla rotonda piazza Esedra da cui si dipartono i due lungomare: Tremoli e Via Aldo Moro. Il lungomare Tremoli costeggia una meravigliosa spiaggia caratterizzata da curiosi zampilli di acqua dolce mentre la via Aldo Moro conduce al Pantanello, una spiaggia a forma di mezzaluna: la zona, nei mesi estivi, è ravvivata da bancarelle e chioschi.
Proseguendo fino al termine della litoranea si arriva al Molo: si tratta dell'antico scalo commerciale già attivo in epoca bizantina e gli antichi magazzini ora ospitano ristoranti, pizzerie e botteghe artigiane e poco o niente è rimane dell'antica tradizione marinara testimoniata invece dai resti della vecchia tonnara.

I sapori unici di Avola
Non si può parlare di Avola senza menzionare due fiori all'occhiello di questo suggestivo territorio: il vino Nero d'Avola e le mandorle.
I colli della zona nutrono uno dei più pregiati vitigni siculi: il Nero D'Avola da cui si ottiene il vino omonimo (che ne deve contenere almeno l'85%); si tratta di un vino rosso rubino, dal profumo intenso ed un sapore fruttato che può contenere note speziate o balsamiche; va servito intorno ai 15-18°C in abbinamento a formaggi stagionati, carni rosse e selvaggina.
La mandorla pizzuta d'Avola deve la sua introduzione fra le coltivazioni del territorio ad un evento negativo: un'epidemia di filossera che alla metà dell'Ottocento distrusse buona parte dei vigneti e che indusse i contadine a rimpiazzare le viti con piante di mandorlo. Le mandorle avolesi di contraddistinguono per la loro forma, molto piatta ed appuntita ed il gusto intenso e deciso che le rende perfette per la confetteria e la pasticceria che in tutta la Sicilia vede la mandorla protagonista in numerose deliziose ricette: marzapane, pasta reale, cassata, torroni, amaretti, latte di mandorla e piccola pasticceria.

In ultimo citiamo anche i mieli della zona detti anche "Mieli degli Iblei": devono il loro profumo ed il loro sapore ai fiori di limone e di timo; la tradizione dell'apicoltura è antica e ne è testimonianza lo stemma cittadino che rappresenta tre api. Il miele di timo è decisamente aromatico, di colore ambra chiaro e trasparente fino alla critallizzazione che avviene in alcuni mesi, il profumo è floreale e speziato, piuttosto persistente; il miele di zagara di limone è profumato e chiaro con proprietà rilassanti. La quantità di miele prodotta non è abbondante e questo rende il prodotto ancora più prezioso e ricercato.

Ultima modificaMercoledì, 17 Aprile 2019 15:53
  • Evento a pagamento:
© 2013-2021 Supero limited. All Rights Reserved.