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Il territorio da Forlì a Cesena, dagli Appennini al mare

Forlì, Piazza Saffi Forlì, Piazza Saffi

Il territorio appartenente alla provincia di Forlì-Cesena è costituito per un terzo da pianura alluvionale e per i restanti due terzi da un paesaggio caratterizzato da colline e montagne della catena appenninica ed è situata a sud est della Regione Emilia Romagna.
Dal punto di vista amministrativo fino al 1992 era denominata solo Provincia di Forlì e, con le decisioni da parte del Consiglio dei Ministri dell'ottobre 2012 nell'ambito della riorganizzazione degli Enti Locali, è destinata ad essere accorpata alla Provincia di Rimini e Ravenna.

Notizie di storia

Numerosi reperti archeologici (in particolare del Monte Poggiolo e del Colle Garampo) testimoniano che la zona era abitata già nel paleolitico, periodo in cui la maggior densità abitativa si riscontrava sui crinali delle colline ed in generale della zona pedemontana. La presenza di passaggi e vie di comunicazione naturali offerti dal territorio lo rendeva particolarmente adatto alle abitudini ed alle necessità nomadi delle popolazioni preistoriche e permetteva inoltre di avere un buon controllo sull'area circostante.
Con l'avvento della dominazione romana che si snoda nei secoli dal 285 a.C. con la conquista di Cesena e la fondazione della città che fu poi l'attuale Forlì, prese il via un imponente progresso culturale e politico che vide la bonifica di zone acquitrinose, la costruzione di acquedotti, ponti e strade (intorno al 190 a.C. risale la costruzione della via Emilia tra Rimini e Piacenza). Nei secoli successivi la zona pedemontana fu il fulcro delle attività e della vita della zona.
Forse uno degli episodi storici più noti dell'epoca romana si svolse proprio qui, sulle rive del Rubicone, quando Cesare nel 49 a.C., violando i confini dell'Italia del tempo, annunciò "Alea iacta est" iniziando di fatto la seconda guerra civile che durò fino al 45 a.C.
Con l'avvento dei bizantini che conquistarono questo territorio sul finire del II secolo d.C. il centro nevralgico trasla dalla zona servita dalla via Emilia verso Ravenna, sede dell'Esarcato di Ravenna, circoscrizione amministrativa dell'Impero bizantino fino a quando il re longobardo Astolfo nel 750 invase l'Esarcato occupando Comacchio e Ferrara e nel 751 occupò l'Istria e poi la stessa Ravenna, capitale e simbolo del potere bizantino in Italia: Eutichio fu quindi l'ultimo esarca.
Furono secoli di lotte e guerre che portarono ad un decremento demografico, ad un decadimento delle città nonché all'abbandono dei territori bonificati sui quali tornarono a formarsi le paludi fino all'inizio dell'età comunale che vede un rifiorire della cultura ed un incremento demografico.
Tra il XII ed il XIII secolo Forlì e Cesena ampliano più volte il perimetro delle mura e, dopo complesse vicende che videro protagonisti Papi, cardinali e la Famiglia Ordelaffi, signori contrastati di Forlì e Cesena, nel 1377 le truppe del legato papale, cardinale Roberto di Ginevra, provenienti dalla Bretagna distrussero Cesena, concessa poi a Galeotto I Malatesta segnando l'inizio della signoria malatestiana sulla città che si protrasse fino al novembre del 1465 quando, con la morte di Novello Malatesta si esaurì la dinastia della famiglia. Nel 1480 scomparve anche l'ultimo signore della famiglia Ordelaffi di Forlì, Pino III Ordelaffi; dopo 4 anni la città passò sotto Girolamo Riario e la moglie Caterina Sforza e, mentre il primo venne assassinato nel 1488, Caterina restò al potere sino al 1500 quando venne spodestata da Cesare Borgia che occupò Forlì prima e Cesena poi.
Nel 1504 Cesena e Forlì, ritornarono sotto il dominio dello Stato della Chiesa, che si protrarrà fino al 1796.
Dopo alterne vicende e passaggi di mano fra Chiesa, dominazione francese e tentativi di conquistare l'autonomia, nel 1859, cessato definitivamente il potere temporale del papato, venne costituita ufficialmente la Provincia di Forlì. Nel marzo del 1860 a seguito di un plebiscito popolare le città di Forlì e Cesena entrarono a far parte del Regno d'Italia.

Visitiamo la provincia: la zona costiera

Gatteo a Mare

E' la frazione "marina" del comune di Gatteo e si trova alla foce del fiume Rubicone di romana memoria. Nel Medioevo il suo porto, piccolo e non molto frequentato ospitava però una torre di avvistamento utile per prepararsi alle incursioni dei pirati Saraceni. Dopo secoli oggi la sua spiaggia sabbiosa, lunga circa 750 metri, è meta di turisti, accolti dalle innumerevoli strutture balneari, alberghiere e di ristorazione; un luogo tranquillo dove trascorrere le proprie vacanze, anche con bambini piccoli. Il centro storico del comune di Gatteo offre anche piccoli tesori artistici come la chiesa di San Rocco, risalente al 1484 ed eretta in onore del Santo come richiesta di protezione dalle pestilenze che sconvolgevano la zona e la bella chiesa del Sacro Cuore.
La piazza Castello prende il nome dal castello del XIII secolo, edificato probabilmente sui resti di quello che fu un accampamento romano: gli elementi ancora oggi visibili, nonostante i tanti rimaneggiamenti e restauri susseguiti nei secoli, lasciano trasparire chiaramente quella che fu la sua funzione difensiva. E' aperto al pubblico ed è possibile passeggiare sulle sue mura, mentre l'interno non conserva reperti storico-artistici di rilievo.
Gatteo ha dato i natali a Secondo Casadei, nonno del noto Raoul e autore della canzone "Casetta mia", meglio conosciuta oggi come "Romagna mia".

Cesenatico

Venne fondato nel 1302 come porto militare di Cesena e nel 1502 ospitò Leonardo Da Vinci, giunto a Cesena al seguito di Cesare Borgia e fu l'illustre maestro a progettare il porto-canale di Cesenatico.
La storia di questa città è da sempre legata a doppio filo al mare, prova ne è anche il Museo Galleggiante della Marineria, unico museo in Italia sempre fruibile in cui antiche e perfettamente restaurate barche a vela sono ormeggiate lungo la riva destra (guardando il mare) del porto canale, dietro il Ponte di San Giuseppe; nel periodo natalizio, e precisamente dalla prima domenica del mese di dicembre sulle barche del Museo viene allestito il suggestivo Presepe della Marineria.
Per una città in cui le pesca rappresentava una delle maggiori fonti di guadagno e sostentamento, la conservazione del pesce era una delle problematiche da risolvere: in Piazza delle Conserve si possono ammirare due "conserve", pozzi di forma conica che, debitamente riempite di ghiaccio fungevano da "frigorifero".
Ma per la maggior parte di noi Cesenatico significa spiaggia, mare, sole e divertimento: sette chilometri di litorale sabbioso sul quale venne aperto il primo stabilimento balneare nel lontanissimo 1878 ed ora attrezzato con oltre 130 strutture oltre, ovviamente, a ristoranti, bar, balere e discoteche. In una località di così antica e profonda tradizione marinara non poteva mancare una altrettanto spiccata cultura gastronomica legata al mondo ittico che trova ampio spazio nei tanti locali che propongono fantastiche ricette a base di pesce e nelle rassegne gastronomiche dedicate al "pesce povero", il pesce azzurro dell'Adriatico: "Azzurro come il Pesce", nella terza settimana di marzo e "Il Pesce fa Festa" che si svolge il 1° novembre: degustazioni, bancarelle e gustosi piatti della più genuina tradizione marinara.

San Mauro Pascoli

E' il paese natale del celebre poeta da cui, ovviamente la cittadina ha preso parte del nome, mentre è San Mauro in onore del Santo Vescovo di Cesena del 1191; qui si trova la casa in nacque Giovanni, piccola casa museo già monumento nazionale dal 1924. la frazione "a mare" offre una breve ma deliziosa spiaggia di sabbia, attrezzata con cura soprattutto per i più piccoli, con giochi, servizi di baby-sitting e piccoli alberghi dall'atmosfera famigliare.

Forlì e Cesena

Forlì, la città del dialetto romagnolo

 

Forlì si trova al centro del territorio romagnolo e di conseguenza il forlivese è il più puro dialetto della zona.
Forlì racchiude nel centro la bella ed ampia piazza Saffi (già piazza Maggiore) che ospita la statua di Aurelio Saffi e sulla quale si affacciano il monumento simbolo della città: la Chiesa romanica di San Mercuriale, oltre al Palazzo Comunale, al Palazzo delle Poste, al Palazzo del Podestà e a Palazzo Albertini.
La basilica di San Mercuriale fu abbazia ed è affiancata da un campanile in stile lombardo edificato in mattoni del tipico "rosso forlivese" a base quadrata di ben 75,58 metri d'altezza; all'interno della chiesa si possono ammirare preziose opere d'arte fra cui il sepolcro di Barbara Manfredi, opera del 1466 di Francesco di Simone Ferrucci da Fiesole, dipinti di Marco Palmezzano, fra cui la Madonna col Bambino in trono fra i santi Giovanni Evangelista e Caterina d'Alessandria e la pala dell'Immacolata col Padre Eterno in gloria e i santi Anselmo, Agostino e Stefano, uno dei più bei lavori del Palmezzano.
Nella cappella Mercuriali si trovano alcuni notevoli dipinti: una Madonna con Bambino e Santi di Domenico Crespi detto "il Passignano" ed opere pittoriche di Ludovico Cardi detto "il Cigoli".
Forlì fu circondata da possenti mura che, agli inizio del XX secolo vennero abbattute per dare spazio all'ampliamento del centro abitato ed alla costruzione di strade urbane: pochi tratti di queste mura sono ancora visibili e, delle tante porte di accesso alla città resta solo Porta Schiavonia che anticamente sorvegliava, grazie anche ai torrioni a lato, la strada in direzione di Faenza.
Da visitare i ricchi musei della città: in piazza Merenda si trovano il Museo Etnografico dove sono stati ricostruiti ambienti tradizionali della casa romagnola ed alcune botteghe artigiane, la Pinacoteca Civica con le opere di Bartolomeo Ramenghi, Innocenzo Francucci da Imola, Giovan Battista Ramenghi, Luca Longhi, la collezione Verzocchi, un fondo di opere contemporanee a tema, dedicate al lavoro, i fiamminghi e la pittura di genere della quadreria Pedriali e la sezione contemporanea con opere di Giorgio Morandi della collezione Righini; ospitate nel salone centrale la statua di Ebe di Antonio Canova.

Cesena, la città della Rocca malatestiana

Il primo nucleo della città, di epoca preromanica, nacque sul colle Garampo dove oggi troneggia la nota Rocca Malatestiana (Via Cia degli Ordelaffi): costruita sotto Galeotto Malatesta intorno al 1380 con un'esplicita funzione difensiva, era collegata al Palazzo dei Signori da un passaggio oggi però in rovina. Fu terminata un secolo dopo la posa della prima pietra, durante la dominazione pontificia della città e divenne residenza e centro di potere di Cesare Borgia prima e di Papa Giulio II poi.
Attualmente in uno dei due torrioni, il palatium, destinato a carcere cittadino fino al 1969, ospita il Museo di Storia dell'Agricoltura mentre l'altro torrione, il mastio, è spazio utilizzato per mostre temporanee, eventi e concerti. I camminamenti superiori offrono una meravigliosa vista sulla città sottostante che spazia fino al litorale adriatico. Rilevante anche l'ampia zona verde che circonda la Rocca, si tratta del Parco della Rimembranza che copre le pendici del colle nel quale è possibile ammirare rare specie botaniche.
La visita della città può partire da piazza del Popolo, al cui centro fa bella mostra di sè la Fontana del 1589, su progetto del pittore ed architetto cesenate Francesco Masini e realizzata dallo scalpellino Domenico di Montevecchio.
Testimoni della sua antica ed importante storia sono i numerosi palazzi nobiliari presenti in città: Palazzo Ghini (risalente al XVII secolo e progettato dall'architetto Pier Mattia Angeloni su commissione dei marchesi Ghini), Palazzo del Ridotto in via Zeffirino Re ( la cui facciata è composta di due ordini di lesene sovrapposti: dorico al piano inferiore e ionico a quello superiore ed è arricchita da una maestosa statua bronzea di Pio VI modellata da Francesco Calligari (1775-89) e fusa da Carlo Ruffini (1790), mentre all'interno ospita la Galleria Comunale d'Arte. Altri Palazzi meritevoli di una menzione sono Palazzo Albornoz (oggi sede del Municipio ed arricchito da affreschi ed arredi del '600) e Villa Silvia, in posizione collinare e circondata da un'area verde di ben quattro ettari: la dimora nobiliare fu di proprietà dei conti Pasolini-Zanelli dal 1806 al 1920, quando la contessa Silvia la donò al Comune, destinandola a casa di cura e di riposo per bambini e malati. Qui trascorse gli anni della vecchiaia Giosuè Carducci e la sua stanza è tuttora visitabile.

A Cesena si trova la Biblioteca Malatestiana, costruita fra il 1447 ed il 1454, su commissione di Malatesta Novello , allora Signore di Cesena allo scopo di accogliere i volumi collezionati dal convento francescano locale. Ha una forma basilicale a tre navate, divise da 22 colonne che delimitano un ambiente che vive fuori dal tempo e dove si possono ancora ammirare i plutei su cui sono posti ben 340 codici miniati di inestimabile valore. E' la prima biblioteca italiana che venne aperta al pubblico e di proprietà comunale, nonché unico esempio di biblioteca monastica medievale perfettamente conservata in ogni sua componente. L'UNESCO ha riconosciuto l'importanza culturale della Malatestiana inserendola, prima in Italia, nel registro della Memoria del mondo.
La Cattedrale di Cesena è dedicata a San Giovanni Battista, Santo Patrono della città: interessante l'unione della sobria facciata in uro stilo romanico con lo stile gotico degli interni dove è possibile ammirare l'Altare del Corpus Domini in marmo di G.B. Bregno e, nella Cappella della Madonna del Popolo la cui cupole reca dipinta la Genealogia della vergine di Giaquinto, il piccolo dipinto raffigurante appunto la Madonna del Popolo di grande importanza per la religiosità dei fedeli cesenati.

Ultima modificaMercoledì, 17 Aprile 2019 15:53
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