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Venere incontra Venere - due opere di Botticelli a confronto

Venere incontra Venere - due opere di Botticelli a confrontoSi tratta di due opere ispirate alla dea che Botticelli dipinse con la collaborazione della sua bottega.Oltre alla celebre La nascita di Venere (conservata agli Uffizi di Firenze), il maestro ne realizzò altre, di cui solo tre giunte fino a noi: la Venere “di Torino”, la sorella conservata presso la Gamäldegalerie di Berlino, (entrambe realizzate nel 1490), e una terza che fa parte di una collezione privata svizzera.

Grazie a Venere incontra Venere l’opera berlinese viene portata per la prima volta in Italia e le due sorelle si offrono insieme al pubblico per essere ammirate in un unico colpo d’occhio.

La Venere “di Torino” proviene dalla collezione Gualino. La prima traccia dell’opera risale al 1844 quanto fu acquistata da un reverendo inglese, che in seguito la cedette a un barone. L’opera si pensava perduta nell’incendio della casa di quest’ultimo ma fu ritrovata dagli eredi da cui la acquistò il grande collezionista biellese Riccardo Gualino. Nel 1930 la Venere realizzata da Botticelli con la collaborazione dei suoi allievi divenne patrimonio della Galleria Sabauda.

In mostra anche il modello di bellezza classica a cui Botticelli si ispirò, quello della Venere pudica, rappresentata dalla statua in marmo di Afrodite Anadiomene (cioè nascente dal mare), di età romana (II secolo d.C.) realizzata da un originale di età ellenistica e sormontata da una testa epoca rinascimentale. L’opera appartiene al patrimonio della Soprintendenza Archeologia del Piemonte ed è normalmente conservata a Palazzo Chiablese, sempre a Torino. Completa l’allestimento una riproduzione del dipinto fiorentino.

Venere incontra Venere inaugura lo Spazio confronti della Galleria Sabauda, dedicato ad allestimenti di ridotte dimensioni che metteranno due o più opere talvolta a confronto, talvolta in dialogo, per far scoprire al pubblico i tanti parallelismi e legami dell’arte attraverso le epoche.

In precedenza la Venere di Torino è stata esposta in Cina (Pechino, Hong Kong e Macao), in Giappone (a Tokyo) e insieme all’opera berlinese anche a Londra e Berlino.

La presenza di una Venere di Botticelli a Torino è poco nota al grande pubblico: questa mostra rappresenta dunque un’importante occasione per avvicinare nuovi visitatori ai capolavori conservati nei Musei Reali. L’opera inoltre è richiestissima nelle grandi mostre internazionali e sarà una delle ambasciatrici dei Musei Reali nel mondo.

La visita di Venere incontra Venere è inclusa nel biglietto dei Musei Reali.

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VENERE INCONTRA VENERE
Dal 19 luglio al 18 settembre 2016
Spazio Confronti, Galleria Sabauda
Musei Reali di Torino

www.museireali.beniculturali.it

INFORMAZIONI
+39 011 5220421
+39 011 5211106
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

ORARI
I Musei Reali sono aperti dal martedì alla domenica dalle 9 alle 19; giovedì fino alle 22 (fino al 29 settembre).

BIGLIETTI
Intero Euro 12
Ridotto Euro 6 (ragazzi dai 18 ai 25 anni).
Gratuito per i minori 18 anni / insegnanti con scolaresche / guide turistiche / personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali / membri ICOM / disabili e accompagnatori / possessori dell'Abbonamento Musei e della Torino+Piemonte Card. L'ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe ordinarie.
Giovedì sera ingresso ridotto a partire dalle ore 20,30.

Biglietteria presso Palazzo Reale, Piazzetta Reale 1 (dal martedì alla domenica dalle 9 fino a un’ora prima della chiusura).

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VENERE
È un’antica divinità latina, che nel II secolo a.C. viene assimilata all’Afrodite greca, dea dell’amore.
Alcune fonti indicano Afrodite come figlia di Zeus, altre come figlia di Urano, personificazione del cielo. Secondo la tradizione, Urano fu evirato da suo figlio Crono e i suoi organi sessuali, cadendo in mare, generarono la dea, la “donna nata dalle onde” o anche “nata dallo sperma del Dio”. Appena uscita dal mare Afrodite fu portata dai venti ( Zefiri) prima sull’isola di Citera e poi a Cipro, accolta dalle Stagioni (le Ore), vestita, e condotta presso gli Iommrtali.
Sandro Botticelli ha raffigurato il mito della nascita di Venere nella celebre opera dipinta per la villa di Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici nel 1486 e oggi conservata al Museo degli Uffizi di Firenze. L’immagine femminile incarna gli ideali di bellezza e di armonia dell’Umanesimo fiorentino, intriso di cultura classica.
La precisione e la grazia del disegno, la delicatezza dei colori e il soave pallore perlaceo del corpo nudo di Venere, posto al centro della composizione, alludono alla purezza dell’amore come forza motrice della natura.

LE DUE VENERI
Già durante la vita di Sandro Botticelli, il mercante fiorentino Antonio Billi scriveva che l’artista dipingeva bellissime donne nude e Giorgio Vasari, nelle sue Vite, confermava la testimonianza con queste parole: “Per la città, in diverse case fece tondi di sua mano, e femmine ignude assai”.
Solo tre opere sopravvivono, attribuibili a Sandro o alla sua bottega: la Venere di Berlino, quella di Torino e una già in collezione privata a Ginevra. Sono nudi monumentali, che possono essere annoverati tra i primi dipinti profani dell’Europa postclassica e che trovano ispirazione in un modello antico che conosciamo come Venere de’ Medici, o Venere pudica, dove la Dea è sorpresa a coprirsi con le mani il seno e il pube. La scultura, oggi esposta agli Uffizi, arrivò a Firenze solo nel XVII secolo, ma è probabile che altri esemplari con la stessa iconografia esistessero in città già ai tempi di Botticelli e godessero di grande fama.
Sandro riprende fedelmente il movimento delle gambe e delle braccia, cesellando con grande eleganza il nuovo movimento della capigliatura e stendendo sul volto, fisso sul riguardante, quel velo di dolce malinconia che caratterizza tutte le sue creature femminili. La tradizione vuole che il viso della Venere degli Uffizi proponga il ritratto della bellissima Simonetta Vespucci, amata da Giuliano de’ Medici e morta tragicamente all’età di ventitré anni.

AFRODITE ANADIOMENE [nascente dal mare]
Fu acquistata dal duca Carlo Emanuele I di Savoia (1562-1630) per la sua raccolta di antichità classiche. Proviene dalla collezione romana di Gerolamo Garimberti che a sua volta l’aveva acquisita nel 1565 da Francesco Lisca.
È documentata in un’incisone cinquecentesca di Giovanni Battista de’ Cavalieri che la vide già integrata con la testa di raffinata fattura, opera di un restauratore molto abile nell'interpretare questo modello della scultura ellenistica.

ALESSANDRO DI MARIANO FILIPEPI , DETTO BOTTICELLI
Nasce a Firenze intorno al 1445 in una numerosa famiglia della piccola borghesia artigiana. Verso i quindici anni è avviato alla professione artistica nella bottega di Filippo Lippi, dove comincia a realizzare le prime opere. Nel 1469, con la morte del Lippi, Sandro apre una bottega autonoma, che dopo qualche tempo accoglie il figlio del maestro, Filippino Lippi. Negli anni seguenti è stabilmente inserito nella scena artistica fiorentina, in concorrenza con grandi botteghe come quella dei fratelli Pollaiolo e di Andrea del Verrocchio.

Alla fine degli anni Settanta entra nella cerchia dei Medici, che divengono i suoi principali mecenati, e qui conosce Marsilio Ficino e Pico della Mirandola, che lo introducono ai principi della filosofia neoplatonica.

Nel 1481 è a Roma, dove il contatto con le antichità romane lo spinge a un nuovo senso di monumentalità delle forme.

Allo scadere del Quattrocento, Sandro attraversa una profonda crisi spirituale, che coincide con la caduta degli ideali umanistici e pone fine al mondo sofisticato e incantato della sua arte.
Muore a Firenze il 17 maggio 1510, quasi dimenticato.

Ultima modificaLunedì, 10 Ottobre 2016 17:24
  • Data inizio: Martedì, 19 Luglio 2016
  • Data fine: Domenica, 18 Settembre 2016
  • Evento a pagamento:

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