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Arezzo, storia, luoghi e sapori

Piazza Grande di Arezzo Piazza Grande di Arezzo

La città di Arezzo si trova nel crocevia formato da tre delle quattro valli che si trovano nella sua provincia (Valdarno, Valdichiana e Casentino) e, proprio grazie a questa strategica posizione fu un centro vivace già ai tempi degli Etruschi e dei Romani e le origini dei primi insediamenti umani risalgono al Paleolitico.

L'attuale territorio comunale è molto vasto e vi si riconosce una rilevante eterogeneità morfologica: dalla pianura che si apre sulla Val di Chiana e sull'Arno, alle colline, a Sud della città, a zone montuose nella zona orientale.
Arezzo fu poi una delle principali città etrusche e a questo periodo risalgono opere d'arte di inestimabile valore, come la Chimera datata 380-360 a C. circa , una statua con corpo e testa di leone, coda a forma di serpente ed una testa di capra nel mezzo della schiena attualmente conservata nel Museo Archeologico di Firenze.
Il dominio etrusco sulla città perdurò sino al 295 a.C. quando Arezzo fu conquistata dai Romani che ne latinizzarono il nome in Arretium. Tentò più volte di riconquistare l'indipendenza nel corso delle guerre civili della Roma repubblicana, ma senza risultati. Nonostante lo stato di sottomissione o forse proprio grazie ai romani, Arezzo divenne ricca e prospera: vennero edificati edifici pubblici, come il teatro, le terme ed un anfiteatro di ragguardevoli dimensioni di cui è ancora possibile ammirare i resti. Anche la cultura conobbe un periodo di grande splendore grazie al primo degli aretini iscritti poi nell'olimpo dell'arte e della letteratura: Gaio Cilnio Mecenate, da cui nacque il moderno concetto di mecenatismo.
Con la caduta dell'Impero Romano Arezzo riuscì a mantenere una discreta importanza anche durante il Medioevo e nonostante le invasioni barbariche; all'avvento dei Franchi Arezzo era divenuta sede episcopale e sono di questa epoca l'attuale Cattedrale, la Pieve di Santa Maria Assunta ed un rilevante numero di abbazie dove si conservava e si sviluppava la cultura.
Il vescovo si definiva Conte ed identificava il potere feudale, ma, dopo l'anno 1000 in città si tentò di affermare il libero comune e, dopo sollevazioni popolari contro il Vescovo-Conte che chiamò al proprio fianco l'imperatore Arrigo per sedare le rivolte, con la pace di Worms nel 1122 si instaurò definitivamente il libero comune.
Alla rinnovata forma di governo della città si accostò una fioritura culturale: la città si dotò di una università, detta Studium, dove nacquero i primi grandi nomi della poesia lirica (Guittone d'Arezzo e Cenne de la Chitarra), della scienza, della geografia e della pittura. Nel 1304 Arezzo diede i natali a Francesco Petrarca.
Gli anni dal 1525 al 1530 furono segnati da frequenti lotte contro la supremazia di Firenze dalle quali però Arezzo uscì sconfitta; Cosimo I Medici sottopose la città ad una profonda rivisitazione urbanistica accentuandone gli aspetti difensivi e demolendo alcuni palazzi storici come il Palazzo del Popolo ed il Palazzo del Comune e molte costruzioni religiose facendo spazio alle Logge erette su progetto di Giorgio Vasari.
Nel XVIII secolo Arezzo si batté proficuamente contro l'invasione napoleonica e vide per questo riconosciuta dal Granduca di Toscana la posizione di Capoluogo di provincia. Nel 1860 Arezzo , con il resto del Granducato di Toscana entrò a far parte del Regno d'Italia. Da allora Arezzo proseguì il suo sviluppo urbanistico e culturale, interrotto solo dalla Seconda Guerra Mondiale durante la quale la città subì gravi danni dovuti ai bombardamenti. La ricostruzione fu subitanea ed efficace e già a meta degli anni'50 Arezzo aveva ripreso l'originario splendore.

Visitando la città ...

Piazza San Francesco
La piazza è dominata dall'omonima basilica risalente alla fine del 1200; la facciata della chiesa, la seconda costruita ad Arezzo, è in pietre e mattoni ed il suo stile gotico toscano si ispira ai criteri di linearità d'impronta francescana. Anche l'interno è all'insegna della semplicità: un'unica navata ariosa costeggiata a destra da edicole con ornamenti del Trecento ed a sinistra da alcune cappelle.
E' la Cappella Maggiore, detta Cappella Bacci, ad ospitare gli affreschi di maggior pregio: qui tra il 1453 ed il 1464 Piero della Francesca dipinse il ciclo di dodici affreschi, organizzati su quattro livelli sovrapposti, sulla Leggenda della Vera Croce, uno dei capolavori dell'arte rinascimentale. Gli affreschi, ispirati alla Bibbia ed alla "Legenda Aurea" di Jacopo da Varagine, raccontano gli avvenimenti della Genesi fino all'anno 628, anno in cui il santo Crocifisso, dopo essere stato rubato, venne riportato a Gerusalemme.
Nella piazza è presente anche la statua raffigurante Vittorio Fossombroni, realizzata da Pasquale Romanelli nel 1867.

Pieve di Santa Maria
Si trova in corso Italia ed è un magnifico esempio di chiesa romanica: possiede una raffinata facciata ricostruita nel XIII secolo composta da tre logge sorrette da colonnine; le due logge inferiori sono ad arco, la terza è ad architrave. Sempre della facciata fanno parte la lunetta con un bassorilievo raffigurante la Vergine fra due angeli del 1216 ed un ciclo scolpito di epoca medioevale raffigurante i dodici Mesi.
La parte destra della facciata, è dominata dal campanile, detto "torre dei cento buchi" per le bifore, dieci per ogni lato, disposte su cinque ordini sovrapposti.
Nella parte posteriore della chiesa, che affaccia su piazza Grande, vi è l'abside semicircolare. L'interno, rimaneggiato nel XIV secolo con l'aggiunta di edicole, cappelle ed affreschi, offre al visitatore il polittico della Vergine col Bambino e i Santi Giovanni Evangelista, Donato, Giovanni Battista e Matteo commissionato a Pietro Lorenzetti nel 1320.

Piazza Grande
Detta anche piazza Vasari è davvero notevole: sull'ampio piano inclinato si affacciano l'abside della Pieve di Santa Maria, il Palazzo della Confraternita dei Laici, il barocco palazzo del Tribunale e sul lato nord si può ammirare il Palazzo delle Logge, progettato nel 1573 da Giorgio Vasari.
La piazza è tuttora fulcro di diversi eventi che animano la vita cittadina: ogni prima domenica del mese ed il sabato che la precede, vi si svolge, dal 1968, la Fiera Antiquaria che conta oggi oltre 500 espositori; a giugno ed a settembre, precisamente l'edizione notturna il penultimo sabato di giugno e l'edizione diurna la prima domenica di settembre, si svolge in questa splendida piazza la "Giostra del Saracino", rievocazione storica medievale in costume risalente al XIII secolo; si contendono la vittoria i quattro quartieri in cui è suddivisa la città: il Quartiere di Porta Crucifera, il Quartiere di Porta del Foro, il Quartiere di Porta Sant'Andrea e il Quartiere di Porta Santo Spirito.

Piazza del Duomo: la Cattedrale ed il Palazzo Comunale
La piazza si trova sulla cima del colle su cui sorge la città, probabilmente sui resti dell'antica acropoli: l'edificazione della Cattedrale, intitolata ai Santi Pietro e Donato, iniziò nel 1278 ed ha attraversato fasi diverse, per concludersi solo nel 1511 mentre la facciata fu costruita tra il 1901 e il 1914. Particolarmente travagliata la storia della torre campanaria: l'attuale campanile è la terza versione; il primo era stato edificato attaccato alla Cattedrale, ma le vibrazioni dovute al suono delle campane, danneggiavano le vetrate, opera di Guillaume de Marcillat; in seguito venne allora deciso di spostarlo un po' più lontano, ma la presenza di una falda acquifera ne comprometteva la stabilità; il terzo e ultimo progetto lo vedeva come struttura indipendente e solo in seguito venne collegato alla Cattedrale tramite quella che è l'abitazione dei custodi. L'interno del Duomo è a tre navate, divise da alti pilastri con cinque campate coperte. Il ciclo delle sette vetrate eseguito da Guillaume de Marcillat (1516-1517 e 1522-1524) è un capolavoro d'arte vetraia.
Il Palazzo Comunale si trova nell'adiacente Piazza Libertà: si tratta di una bella costruzione d'architettura trecentesca che risulta intatta sul lato che affaccia su via Ricasoli, mentre la facciata sulla piazza e la torre merlata sono frutto di restauri e ricostruzioni effettuati a cavallo tra il Quattrocento ed il Seicento. Il palazzo abbraccia un suggestivo cortile e negli interni si possono ammirare affreschi sacri, dipinti del Vasari e affreschi del Seicento, opera di Teofilo Torri, che raffigurano momenti della storia della città.

Gusti e sapori
Un territorio così ricco di storia e di tradizioni non può non regalare anche una radicata tradizione eno-gastronomica. I piatti sono semplici, i sapori decisi e richiamano i profumi della terra e della campagna. Nei numerosi ristoranti della città che offrono cucina tipica si possono gustare le ricette tipiche della zona: le pappardelle all'aretina con un gustoso sugo di lepre o d'anatra, la zuppa di cavolo, la pappa al pomodoro, piatti di carne di selvaggina ed agnello, accostati dai carciofi all'aretina (carciofi cotti in forno ripieni di carne, cipolla, mollica di pane, prezzemolo, prosciutto, funghi, formaggio e aromi), diverse specialità a base di legumi e, per chiudere in golosità il "gattò aretino", un salame dolce di pasta morbida arrotolata intorno ad un dolce cuore di crema alla vaniglia ed al cioccolato.
Per accompagnare questi deliziosi piatti la provincia di Arezzo offre vini bianchi giovani e delicati, in gran parte ottenuti da uve Trebbiano, ma anche il Chianti dei Colli Aretini DOCG e il rinomato Vinsanto del Chianti dei Colli Aretini Occhio di Pernice DOC dolce ed aromatico.

Ultima modificaMercoledì, 17 Aprile 2019 15:51
  • Evento a pagamento:
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