Tiziano, Lotto, Crivelli e Guercino
- Pubblicato in Roma
- 0 commenti
Un successo clamoroso che supera ogni aspettativa e porta alla decisione di prorogare l'esposizione fino al 31 agosto 2025. La mostra "Tiziano, Lotto, Crivelli e Guercino. Capolavori della Pinacoteca di Ancona", ospitata dal 26 novembre 2024 nelle prestigiose sale di Palazzo dei Conservatori ai Musei Capitolini, ha conquistato il pubblico romano e internazionale registrando oltre 168mila visitatori dall'apertura.
L'evento, che rappresenta il primo grande appuntamento culturale in occasione del Giubileo 2025, presenta per la prima volta a Roma la maestosa Pala Gozzi (1520), capolavoro assoluto di Tiziano Vecellio, insieme ad altre cinque celebri opere di carattere religioso provenienti dalla Pinacoteca Podesti di Ancona, tutte di straordinario valore artistico e storico.
La magnificenza di sei capolavori
Sei prestigiosi dipinti – dei quali cinque pale d'altare di grandi dimensioni e una piccola ma lussuosa tempera su tavola – sono protagonisti di un percorso espositivo che racconta l'importanza della collezione della Pinacoteca Podesti e, in filigrana, la ricchezza della città dorica committente dei maggiori artisti italiani fra Cinquecento e Seicento.
Il percorso espositivo si apre con la Circoncisione dalla chiesa di San Francesco ad Alto, opera di Olivuccio Ciccarello, interprete principale del rinnovamento della pittura anconetana che fiorì fra Trecento e Quattrocento. L'opera, eseguita su una tavola di pioppo con forte sviluppo verticale, rappresenta probabilmente la raffigurazione centrale di un trittico del quale non si esclude che gli scomparti laterali coincidano con le tavole del medesimo autore conservate a Cambridge.
L'artista elaborò quest'opera, di gusto pienamente ascrivibile al Gotico fiorito, nel quarto decennio del Quattrocento e dunque nel pieno della propria maturità espressiva. La narrazione, molto complessa e ricca di elementi decorativi, si svolge in un edificio religioso del quale sono rappresentati al contempo l'esterno e l'interno, con una spazialità affollata da numerose colonnine e variegati capitelli.
La Madonna di Carlo Crivelli: un piccolo gioiello
Proseguendo il percorso, i visitatori possono ammirare la preziosa Madonna con Bambino di Carlo Crivelli (1480), icona della collezione dorica e somma realizzazione del pittore veneto che visse e operò nelle Marche. La Madonna col Bambino è un piccolo gioiello dell'arte prodotto da Crivelli nel corso di una lunga permanenza in terra marchigiana, dopo aver lasciato la città d'origine, Venezia, e Zara.
Nel Quattrocento Crivelli divenne protagonista di una lunga stagione artistica caratterizzata da una visione aggiornata della forma pur facendo ricorso ad una sintassi tardo medievale nonché al larghissimo impiego di ornati. La preziosa tavoletta proviene dalla chiesa di San Francesco ad alto, nella quale è stata rinvenuta in modo fortuito all'interno di un armadio di sacrestia.
La Madonna, rappresentata a mezza figura, indossa un manto dipinto con vere foglie d'oro e decorato con perle e rubini, in atto di sporgersi oltre una balaustra lapidea su cui si trova la firma dell'artista. Il dipinto è ricco di dettagli e simboli cristiani, come il cardellino tenuto da un filo dal Bambino che ricorda la Passione, la noce aperta poggiata sulla mano destra che è un'allegoria dell'incarnazione del figlio nel ventre di Maria, le mele del festone che alludono al peccato originale e il cetriolo riferibile alla Resurrezione.
La Pala dell'Alabarda di Lorenzo Lotto
Un momento di particolare intensità emotiva è rappresentato dalla Pala dell'Alabarda di Lorenzo Lotto (1539 circa), per la chiesa di Sant'Agostino, in cui si esplicita l'emozionante talento del pittore veneziano, esule a più riprese nella regione. Capolavoro della maturità di Lorenzo Lotto, il dipinto venne commissionato il 1° agosto 1538 nella chiesa di Sant'Agostino di Ancona da Simone di Giovannino Pizoni, cittadino anconetano.
Il contratto per il dipinto definisce nei dettagli l'iconografia, che dovrà includere un san Simone Zelota e un san Giovanni Evangelista, omaggio al nome del committente e di suo padre, e i santi Stefano e Lorenzo, molto venerati nella città di Ancona. La tela principale era completata da una cimasa, una perduta predella raffigurante il Corteo di sant'Orsola e le undicimila vergini, e due stemmi della famiglia Pizoni.
Gli insistiti riferimenti alla violenza fisica (il martirio delle undicimila vergini, il gesto stanco con cui san Simone si appoggia all'enorme alabarda capovolta, possibile simbolo di cessata ostilità) sono stati ricollegati dalla critica ai maltrattamenti e soprusi affrontati nell'autunno del 1532, con la conquista militare della città operata da papa Clemente VII e del suo crudele emissario, il cardinale Benedetto Accolti.
I due capolavori di Tiziano
La Pala Gozzi: il primo dipinto firmato e datato
Al centro dell'esposizione troneggia la Pala Gozzi di Tiziano Vecellio (1520), opera di straordinaria importanza non solo perché rappresenta la prima pala d'altare firmata e datata da Tiziano, all'epoca poco più che trentenne, ma anche perché, insieme all'eccezionale Assunzione dei Frari di poco precedente (1516-18), segna l'ingresso del pittore nel ramo più tradizionale e, al tempo stesso, lucroso e prestigioso della produzione pittorica cinquecentesca.
Il committente della tela, raffigurato inginocchiato in basso in un ritratto di straordinaria verità naturalistica, è il mercante di Dubrovnik, ma attivo tra Venezia ed Ancona, Luigi Gozzi. La provenienza geografica di quest'ultimo è dichiarata, assieme a quella del pittore cadorino, nel cartiglio posto in calce al dipinto. Una doppia esplicitazione di un'origine forestiera che non può che suonare ironica in un dipinto che mostra al centro, letteralmente, Venezia, identificata dal profilo del campanile di San Marco e della facciata del Palazzo Ducale, ancora privo della cuspide aggiunta nel 1514.
Il soggetto della pala è di agevole lettura. San Biagio, protettore di Dubrovnik, indica al committente, piamente inginocchiato, l'apparizione della Vergine con il Bambino sulle nuvole, circondata da un coro di tre angeli. Sulla sinistra, un vigoroso San Francesco si compiace della visione miracolosa, evocando la chiesa di San Francesco ad alto ad Ancona a cui il quadro è destinato.
Un percorso studiato appositamente e un'illuminazione ad hoc permettono al visitatore di scoprire la presenza eccezionale sul retro-grezzo della tavola, di vari schizzi a pietra nera raffiguranti un profilo femminile, la testa di un bambino, che si suppone essere il bozzetto per il Bambino dipinto e altri appunti, normalmente attribuiti allo stesso Tiziano.
La Crocifissione: drammatica meditazione sulla sofferenza
La seconda opera di Tiziano esposta è la monumentale Crocifissione (1558), realizzata per la chiesa di San Domenico. Nel 1558, trentotto anni dopo la consegna della Pala Gozzi, Tiziano torna a eseguire un'opera monumentale per la città dorica. Il soggetto scelto dal committente Pietro Cornovi porta Tiziano a confrontarsi per la prima volta con questo tema.
Nel dipinto di Ancona, caratterizzato dall'ambientazione notturna, Tiziano porta ad estrema riflessione due tematiche, una iconografica, l'altra tecnico-stilistica. La scena, concepita lungo l'asse verticale della Croce, è studiata per esaltare al massimo la sofferenza del Cristo nel registro superiore e, al tempo stesso, il dolore provato dai tre astanti. Il punto di vista, estremamente ribassato, priva la scena di una collocazione spaziale, portando le figure a stagliarsi eroicamente contro un cielo che occupa la maggior parte dello sfondo.
Il violento impatto esercitato dall'opera di Tiziano sull'immaginazione dei contemporanei è attestato dalle precoci derivazioni tratte in ambito veneto da Jacopo Bassano e da Paolo Veronese. In ambito marchigiano, la potenza dell'invenzione tizianesca è precocemente avvertita dall'artista urbinate Federico Barocci.
L'Immacolata di Guercino: bellezza e paesaggio
Chiude la rassegna l'imponente Immacolata di Guercino (1656), in cui la delicata figura della Vergine si staglia su un paesaggio marino il cui modello potrebbe essere la baia di Ancona. La grande pala dell'Immacolata fu commissionata al Guercino per la sua residenza in Ancona dal nobile Carlo Antonio Camerata, appartenente a una nobile famiglia di origine bergamasche.
L'opera del Guercino si presenta nella sua bellezza al di fuori del tempo, molto alleggerita dei simboli che ne hanno caratterizzato l'iconografia tridentina, dei quali resta la mezzaluna calpestata sul nimbo. Si tratta di un'immagine realistica e al contempo simbolica, che si inscrive in un momento storico che ha superato le indicazioni della Controriforma e che risponde a necessità prettamente devozionali.
Alla luce netta dei soggetti rappresentati si contrappone la luce modulata sul paesaggio, invenzione felicissima che è anche un omaggio alla città di Ancona attraverso la raffigurazione del mare. L'esplicito riferimento all'iconografia spagnola è ascrivibile al contatto tra Guercino e Velazquez che si recò a Cento nel 1629, nell'ambito di un primo viaggio di studio in Italia.
Un dialogo tra Roma e Ancona
Intrinsecamente legate alla storia di Ancona, le opere in mostra descrivono un percorso di importanti contaminazioni tra correnti artistiche che hanno reso la città depositaria di assoluti capolavori tra XV e XVII secolo. Questo spaccato del meglio della produzione pittorica marchigiana e, in particolare, di quella veneta nella regione, è accolto eccezionalmente ai Musei Capitolini, nella cui Pinacoteca sono conservate opere degli stessi autori: Tiziano, Lorenzo Lotto e Guercino.
Vi mancano i "primitivi", Olivuccio di Ceccarello, importantissimo autore di tardo Trecento attivo ad Ancona anche nei primi decenni del XV secolo, e Carlo Crivelli. Per quest'ultimo, veneziano di nascita, la città dorica resta una tappa obbligata per la comprensione del suo percorso artistico nelle Marche.
Il progetto di valorizzazione
Con questa mostra si intende avviare un percorso di valorizzazione nazionale della collezione anconetana, con lo scopo di restituire ai cittadini e ai visitatori lo spaccato di un periodo cruciale della storia del gusto, del collezionismo e della museologia nella città marchigiana.
Un lavoro che proseguirà con il riallestimento della Pinacoteca Civica Podesti, aperta nel dopoguerra dall'allora soprintendente Pietro Zampetti, con le opere salvate dai bombardamenti da un altro grande protagonista della storia della tutela, Pasquale Rotondi, l'eroico direttore del Palazzo Ducale di Urbino a cui si deve la salvaguardia del patrimonio artistico nazionale negli anni tumultuosi del secondo conflitto mondiale.
La mostra romana, con questa importante esposizione delle pale d'altare della città dorica, oltre a testimoniare la sacralità e l'importanza che assunse l'arte adriatica del '500, anticipa gli eventi culturali previsti per il Giubileo.
Organizzazione e curatela
La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni culturali, con il patrocinio di Giubileo 2025 - Dicastero per l'Evangelizzazione, ed è organizzata da Arthemisia in collaborazione con Comune di Ancona, Ancona Cultura, Pinacoteca Civica di Ancona, Regione Marche e Palazzo Ducale di Urbino - Direzione Regionale Musei Nazionali Marche.
L'esposizione è curata da Luigi Gallo, Direttore della Galleria Nazionale delle Marche e da Ilaria Miarelli Mariani, Direttrice della Direzione dei Musei Civici della Sovrintendenza Capitolina. I servizi museali sono di Zètema Progetto Cultura.
Informazioni pratiche
Sede: Musei Capitolini - Palazzo dei Conservatori, Piazza del Campidoglio, 00186 Roma
Date: 26 novembre 2024 – 31 agosto 2025
Orari: tutti i giorni ore 9:30 - 19:30. Il 24 e 31 dicembre ore 9:30 - 14:00. Giorni di chiusura: 1° maggio e 25 dicembre. Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura.
Biglietti
Biglietto integrato Musei Capitolini + Mostra (per non residenti a Roma):
- Intero: € 15,50
- Ridotto: € 12,00
Biglietto integrato Musei Capitolini + Mostra (per residenti a Roma non possessori Mic Card):
- Intero: € 13,00
- Ridotto: € 11,00
Ridottissimo € 2,00 Musei Capitolini + Mostra per le categorie aventi diritto alla gratuità, ad eccezione dei bambini al di sotto dei 6 anni, degli studenti delle scuole elementari e medie inferiori e dei portatori di handicap e al loro accompagnatore, delle guide turistiche abilitate, possessori della Roma Mic Card, dei donatori di sangue e loro accompagnatore durante l'annuale campagna estiva per la donazione e in occasioni di visite istituzionali.
Informazioni: T. +39 060608 (tutti i giorni ore 9:00 - 19:00)
Siti internet: www.museiincomuneroma.it; www.museicapitolini.org; www.arthemisia.it
Social: @MuseiInComuneRoma @MuseiCapitolini @Arthemisiaarte
La straordinaria risposta del pubblico, con oltre 168mila visitatori, conferma l'importanza di questa iniziativa culturale che rappresenta un ponte ideale tra Roma e le Marche, valorizzando il patrimonio artistico nazionale in un momento di particolare significato spirituale e culturale come il Giubileo 2025.
- Data inizio: Martedì, 26 Novembre 2024
- Data fine: Domenica, 31 Agosto 2025
- Evento a pagamento: Sì
Galleria immagini
-
Tiziano Vecellio La Vergine con il Bambino, San Francesco, San... Tiziano Vecellio La Vergine con il Bambino, San Francesco, San...
-
Tiziano Vecellio Crocifissione, 1556 ca. Tiziano Vecellio Crocifissione, 1556 ca.
-
Barbieri Giovan Francesco – Guercino Immacolata Concezione, 1656 Barbieri Giovan Francesco – Guercino Immacolata Concezione, 1656
-
Lorenzo Lotto La Vergine con Bambino e Santi (Pala dell’Alabarda),... Lorenzo Lotto La Vergine con Bambino e Santi (Pala dell’Alabarda),...
-
Olivuccio da Ciccarello Circoncisione di Gesù Bambino, fine XIV-XV sec Olivuccio da Ciccarello Circoncisione di Gesù Bambino, fine XIV-XV sec
-
Carlo Crivelli Madonna col Bambino, 1480 ca. Carlo Crivelli Madonna col Bambino, 1480 ca.
https://www.italyhowto.com/roma/2908-tiziano-lotto-crivelli-e-guercino.html#sigProGalleria4c76f48b2c